Quando si parla di pace e di futuro si rischia sempre di essere tacciati di idealismo e scarso senso della realtà: un discorso troppo alto ed impegnativo perché possa essere preso veramente sul serio.

E invece ad Assisi, dal 22 al 26 luglio scorso, giovani e adulti provenienti da ogni parte d’Italia, insieme con altri giovani dall’Europa e dall’Africa, hanno scritto un’altra storia.

È questa forse la sintesi migliore per raccontare l’esperienza della Summer School “Building future on peace”, organizzata dall’Istituto di diritto internazionale della pace Giuseppe Toniolo dell’Azione cattolica italiana, in collaborazione con Caritas, Focsiv e Missio: un’altra storia!

Come quella vissuta tra il XII e il XIII secolo da San Francesco che, spogliandosi di se stesso, seppe conquistare con il suo messaggio il mondo intero, predicando la pace e l’armonia con il creato. Come quella sognata ancora oggi da papa Francesco insieme con tutta la Chiesa che, sull’esempio del Santo di Assisi e nel solco della dottrina sociale, invita tutti gli uomini ad impegnarsi per un bene comune universale e a riscoprire la radice e il senso di una comune fratellanza umana.

Un’altra storia. Una storia possibile: quella cui ciascuno di noi può dare inizio, qui ed ora, impegnandosi concretamente per costruire la pace. Una storia necessaria: perché senza un impegno responsabile e condiviso per la pace vengono meno le condizioni fondamentali per poter anche solo immaginare un futuro dignitoso e giusto per i nostri figli e le prossime generazioni.

Una storia sempre nuova, che può essere scritta “ogni giorno”, come invita a fare il Manifesto per un futuro di pace “Everyday for peace. Redatto dai partecipanti alla Summer School, il Manifesto è il frutto dello studio e del confronto con le tante voci, competenti e appassionate, della comunità scientifica, delle istituzioni, della cultura e del terzo settore, che si sono succedute nelle varie sessioni della scuola e, al contempo, è un felice intreccio di sogni, idee ed esperienze condivise nei giorni trascorsi ad Assisi.

I contenuti affrontati nel Manifesto sono lo specchio di questa ricchezza: l’impegno a scrivere pagine nuove di convivenza pacifica, giustizia e sviluppo nasce da una lettura attenta dei segni dei tempi. Gli episodi di violenza e intolleranza che sempre più frequentemente si registrano nelle nostre città, la corruzione del linguaggio – sempre più incline all’offesa della dignità dell’interlocutore – tanto nel dibattito pubblico quanto nelle relazioni interpersonali, le spinte autonomistiche e sovraniste che, a più livelli, inquinano le fondamenta del bene comune su scala nazionale e internazionale, le politiche economiche e commerciali conniventi con la produzione e il commercio delle armi, l’indifferenza verso le tante guerre dimenticate e le loro cause, lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e l’acuirsi del divario tra Nord e Sud del mondo: sono tutti fattori che, se da un lato destano profonda preoccupazione, dall’altro ci spingono ad assumere un atteggiamento serio e responsabile sul nostro agire quotidiano e sul futuro dell’intera famiglia umana.

Un vasto campo d’azione che non esclude nessuno. Per questo il Manifesto è idealmente aperto alla sottoscrizione di tutti coloro che non vogliono rassegnarsi ad una cultura dell’odio e della contrapposizione, dei muri e dei porti chiusi. Un modo concreto per condividere e moltiplicare l’impegno a costruire insieme la pace “nelle città, in Italia, in Europa e nel mondo”.

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