Ho ancora negli occhi i volti, le emozioni, le storie di migliaia di giovani. L’11 maggio a Bergamo eravamo in tanti per il 6° Appuntamento dei Giovani della Pace. È stata la nuova tappa di un cammino iniziato nel nostro cuore tanti anni fa. Un viaggio che ci ha portato a Torino, ad Asti, all’Aquila, a Napoli, a Padova. Per dire con la vita che possiamo cambiare davvero il mondo, costruire la Pace, dare ali e futuro a grandi ideali. Ci siamo ritrovati nella città di papa Giovanni XXIII, uomo buono, intorno a una convinzione: «Basta guerra! Facciamo la pace». Un messaggio semplicissimo tessuto di musica, parole, testimonianze profonde. Un messaggio semplice eppure così impegnativo da vivere nella realtà di oggi.

È per questo che vogliamo gridarlo a un mondo segnato da contraddizioni profondissime. Siamo circondati da guerre, ingiustizie, povertà. In tanti Paesi la dignità umana è calpestata, violentata, non considerata. In troppi Paesi uomini, donne e bambini non sono rispettati. Ma questo è il nostro mondo in cui il bene si confronta ogni giorno con mali profondi provocati dall’egoismo, da una sete di potere che non guarda in faccia nessuno. Per certi aspetti, abitiamo davvero un mondo disumano che, nascondendosi dietro ad una falsa idea di libertà, lascia cadere nell’indifferenza generale la fame, la guerra, la tratta di esseri umani, le armi, le droghe, la corruzione, abusi di ogni genere… Forse è quello che il potere vuole per farci stare tranquilli, per essere ininfluenti. In questo mondo, cosa ci sto a fare?

È proprio in questa domanda che possiamo farci spazio. Cari giovani, avete doni, sogni, ideali grandi. Chi vi impedisce di entrare in politica per servire senza accettare imbrogli e compromessi? La scienza ha davanti a sé spazi sconfinati. Chi vi impedisce di studiare notte e giorno, di allargare la mente, di fare ricerca per trovare nuove cure, nuove speranze? La guerra è atroce, è sempre sbagliata, porta solo morte. Chi vi impedisce di vivere nel cuore la profezia di Isaia che dà al mondo la ricetta della pace, parlando di un tempo in cui le armi non saranno più costruite e i popoli non si eserciteranno più nell’arte della guerra? L’oggi è davvero nelle vostre mani e non siete soli. Voi potete realmente raccogliere il testimone di grandi uomini che ci hanno creduto, santi, politici, uomini e donne di buona volontà. Potete essere i nuovi Francesco, i nuovi La Pira, i nuovi Martin Luther King, le nuove Madre Teresa. Chi ve lo impedisce? Sogno che da oggi in poi la vostra vita possa cambiare veramente, che la pace diventi il progetto del vostro domani, attraverso i sì e i no che contano, la commozione che vi fa vedere gli occhi dell’altro, la scelta intima di non odiare nessuno, di fare di ogni differenza una ricchezza, di far diventare le vostre città trasparenti, pulite, giovani. Città dei Giovani della Pace, chiamati a dare speranza al mondo.

La giornata che abbiamo vissuto a Bergamo è stata una benedizione. Ma adesso è arrivato il momento di ricominciare, impegnandoci fino in fondo, non fiaccamente. I frutti di Bergamo verranno nella misura in cui ognuno farà la propria parte e accetterà una volta per tutte di diventare indomabile e appassionato. Per costruire la Pace. Nient’altro.

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