Povertà alimentare e spreco alimentare sono due facce della stessa medaglia che troppe poche volte vengono affrontate insieme, diventando così un paradosso insostenibile. La povertà alimentare è quella condizione per cui una persona non può permettersi l’acquisto di quantità sufficienti di cibo o si vede costretta ad acquistare cibo scadente per l’inaccessibilità economica al cibo di qualità. In questo quadro, lo spreco alimentare assume un connotato di un diritto negato all’interno di fenomeni di emarginazione sociale e culturale molto profondo. Un problema non solo economico, ma anche sanitario, culturale ed etico; secondo i dati Coldiretti circa 2,7 milioni di individui versano in condizioni di povertà assoluta, 2,55 milioni traggono sostegno da pacchi alimentari e solo 114mila ricorrono alle mense dei poveri presso strutture caritatevoli. Tra questi 455mila sono bambini under15, 200mila anziani under65 e 100mila homeless. A fronte di una domanda alimentare che molto spesso resta insoddisfatta, i dati del rapporto del 2019 dell’osservatorio Waste Watcher ci dipingono uno scenario sconfortante: la stima totale dello spreco alimentare è di circa 15 miliardi di euro, pari alla somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi euro (21% del totale) e quello domestico che vale circa 11 miliardi di euro (79%), per uno spreco di cibo pari a circa 3 milioni di tonnellate.

È evidente la necessità di declinare la questione dello spreco in rapporto alla sostenibilità agroalimentare e ambientale. Secondo i dati Coldiretti, una spesa in filiera corta riduce lo spreco alimentare di circa il 60% rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. La sensibilità ambientale in Italia sta crescendo, coinvolgendo circa 30 milioni di persone che fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese. Se da un lato infatti lo spreco alimentare è qualcosa di inaccettabile, dall’altro vediamo sempre più crescere l’impegno e la solidarietà della società per colmare la carenza di risposta rispetto alla povertà alimentare.  E anche Coldiretti e Fondazione Campagna Amica non sono da meno. Tramite il progetto della “Spesa Sospesa”, promosso insieme alla Caritas, si ha l’opportunità di aiutare migliaia di persone in difficoltà; nella rete dei mercati locali a vendita diretta di Campagna Amica è possibile fare una donazione libera con la quale verranno poi acquistati prodotti alimentari a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”. Cibo sano, locale e 100% italiano che ogni volta viene ridistribuito dalla Caritas a chi ne ha veramente bisogno.
E anche in questi giorni si è avuto riscontro della grande solidarietà di cui è capace il nostro paese: grazie alla “Spesa sospesa” a conclusione del Villaggio #stocoicontadini di Milano è stata donata alla Caritas oltre una tonnellata di cibo alla Caritas, dal Grana Padano Dop al riso delle campagne di Pavia, dall’olio extravergine d’oliva al Gorgonzola e al Taleggio, fino alla pasta di grano 100% italiano assieme a frutta e verdura. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla generosità degli agricoltori di Campagna Amica, dei cittadini milanesi e dei turisti per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche.
Per tutto il weekend i visitatori del maximercato degli agricoltori al Castello Sforzesco hanno avuto la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi. In questo caso si è trattato di frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero tra quelli proposti dagli agricoltori di Campagna Amica. La spesa raccolta è stata consegnata alla Caritas Ambrosiana che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà.
“Anche in un momento di festa come il Villaggio abbiano voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche”, ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale in una situazione che vede oggi 2,7 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare”.
“La ‘spesa sospesa’ è un esperimento di democrazia del cibo con la quale vogliamo portare le eccellenze delle campagne italiane anche sulle tavole degli ultimi, dei più bisognosi, con prodotti freschi, di qualità e a km zero”, ha aggiunto il direttore di Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli.

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