E’ tempo di una nuova concezione di comunità che, soprattutto per chi opera nella collettività e nel sociale, può rappresentare la chiave interpretativa di nuove strade da esplorare. L’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco infatti, pone al centro di un assunto tanto semplice nella sua declinazione, quanto difficile da attuare nella sua complessità: la prossimità.
L’Enciclica mira infatti a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale, una riflessione che ci costringe a prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo “connessi”.
E’ da poco trascorso il Villaggio per la Terra organizzato da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari che ha visto, in cinque giornate ricche di sole, un luogo che è tornato a connettere le persone, che ha cercato di coniugare la cura del creato con la sostenibilità, i temi dell’inclusione con lo sport all’aria aperta, la cultura con la spiritualità. Un evento che è nato per essere un luogo di prossimità.
Migliaia e migliaia di persone, famiglie, uomini e donne di spettacolo e gente impegnata nel volontariato, sportivi e personaggi della cultura. Come sono riuscite a convivere esperienze tanto diverse insieme?
Una tenda dove i bambini trasformano pezzi di legno, accanto a scienziati che spiegano le macchie solari?
Anziani che praticano attività fisica all’aperto accanto a campioni olimpici che giocano con i più piccoli, talk sull’innovazione digitale sulla Terrazza del Pincio e giovani artisti?
La ricchezza di tale evento nasce da tanta passione nel costruirlo e da una rete che si è presa cura del “suo” Villaggio. Nasce dalla contaminazione tra persone, realtà e tematiche, a volte agli antipodi. Chi ha camminato per le strade del Villaggio, ha potuto fare esperienza concreta di amicizia sociale!
Ci sono state esperienze interessanti che hanno meravigliato e messo in evidenza l’enorme potenziale che il Villaggio porta in sé, come ad esempio l’apporto di studenti di diverse discipline che si sono preparati da mesi sui temi dell’agenda2030 per affiancare associazioni, enti scientifici e culturali. Facendo incontrare ad esempio giovani e adulti di studi e provenienze diverse. Tutto ciò ha creato uno scambio interessante e produttivo, ha creato “piazze” che sono state luogo di dialogo ed ascolto per intere classi, famiglie, bambini di ogni età che hanno potuto ascoltare storie di impegno civico e professionale legate alla ricerca scientifica, alla salvaguardia di animali marini e specie protette, dall’impegno sociale, al volontariato che si apre a diversi paesi nel mondo.
Nell’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, dove si fa larga riflessione sull’amicizia sociale, si sottolinea l’importanza del dialogo pubblico, foriero di “angolature” dove «le differenze sono originali, creative, creano tensione e nella risoluzione di una tensione consiste il progresso dell’umanità» (n. 203). Il dialogo, anche per queste ragioni deve essere promosso e praticato quale autentica amicizia sociale.
In maniera non lineare, non uniforme, ma multiculturale così come deve essere, il Villaggio per la terra è stata una fucina di dialogo e di collaborazione costruttiva e gratuita tra persone e organizzazioni e discipline.
È ovvio che lo stile di un vero dialogo quale fondamento di amicizia sociale, non può che creare una nuova cultura «dove la vita è l’arte dell’incontro» (n. 215).
Il Villaggio per la terra si è confermata un’esperienza ricca, quasi un esperimento sociale che ha attestato il bisogno urgente di riflessione intorno al tema della salvaguardia della terra, ma che non resta passiva ed immobile, ma che si nutre del desiderio di raccontarsi, di fare rete, di mettersi in gioco. E di aprirsi alla creatività.