24 marzo: Giornata dei Missionari Martiri

Nell’anno 2022, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides (www.fides.org), sono stati uccisi nel mondo 18 missionari e missionarie: 9 in Africa, 8 in America Latina, 1 in Asia. L’elenco annuale di Fides ormai da tempo non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma cerca di registrare tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, ma “testimoni”.

Materiale per l’animazione della Giornata

La fondazione Missio per l’animazione della giornata ha predisposto una Via Crucis missionaria, una Veglia di preghiera, una Adorazione Eucaristica e 11 video prodotti da Luci nel Mondo.
Tra questi, 8 tratteggiano tre figure di martiri: sr Maria de Coppi, sr Luisa dell’Orto, Luisa Guidotti Mistrali.

Sr. Maria de Coppi

La sera del 6 settembre 2022 nella missione di Chipene, nord del Mozambico, un gruppo terroristico attacca la missione ed uccide sr Maria de Coppi, missionaria comboniana. Originaria di Vittorio Veneto, era nel paese africano da quasi 60 anni.

Sr. Luisa dell’Orto

Il 25 giugno 2022 a Port-au-Prince viene uccisa sr Luisa dell’Orto, delle Piccole Sorelle del Vangelo. Nata a Lomagna nel 1957, si laurea in filosofia nel 1984 e nello stesso anno entra nelle Piccole Sorelle, iniziando la sua esperienza missionaria prima in Madagascar e poi in Camerun. Era ad Haiti da vent’anni. La mattina di sabato 25 giugno sr Luisa stava percorrendo la strada vicino al suo quartiere, dove viveva e dove animava il centro Kay Chal, quando venne speronata da una macchina, dalla quale scesero dei sicari che la uccisero.   

Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nel video afferma: «Sr luisa è diventata testimone in tutta la sua vita, tutti la ricordano come suora esemplare ma è stata la sua morte a rivelarne la presenza agli occhi del mondo. Questo fa molto riflettere perché mi sembra quasi si possa dire che ci sono in giro nel mondo un numero straordinario di persone che vivono per il vangelo, che amano secondo il vangelo e servono i poveri con lo spirito del vangelo. Ma sono sconosciuti al mondo, che non se ne accorge. La morte è stata l’occasione in cui il mondo si è accorto di sr Luisa, che aveva fatto della sua vita un dono. Così si impara che esistono i testimoni del vangelo, che raccolgono i bambini nelle strade, che incoraggiano forme di solidarietà. Forse nessuno di noi è capace di sostituire sr Luisa ad Haiti, paese così tribolato, però ciascuno di noi è capace di essere presente nell’ambiente in cui vive come testimone del vangelo, come persona che con i gesti minimi, che con l’attenzione alle singole necessità e alle singole persone che incontra dice la verità del vangelo, cioè che Dio ama ciascuno dei suoi figli e che qualunque cosa si fa a ciascuno di questi piccoli è come se fosse fatta a Gesù. Ecco come si è testimoni del vangelo: imparando da coloro che con la morte hanno insegnato a vivere, imparando a vivere».

Luisa Guidotti Mistrali

Medico e missionaria di Modena, partì nel 1966 per la Rhodesia, l’attuale Zimbabwe. Nel 1969 fu assegnata definitivamente all’ospedale “All Souls” di Mutoko dove si dedicò a curare la popolazione e a fornirle l’essenziale istruzione sanitaria. Nel 1976 venne arrestata dalla polizia rhodesiana per aver curato un presunto guerrigliero ferito, rischiando la condanna a morte per impiccagione. Il 6 luglio 1979 fu uccisa ad un posto di blocco con una raffica di mitra. Nel 1988 l’arcivescovo di Modena Santo Quadri dispose che la salma di Luisa fosse traslata nel Duomo di Modena. Nel 1996 venne aperta la causa di beatificazione su richiesta della diocesi di Harare. Afferma nei video l’arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci: «Possiamo dire senza forzature che Luisa è stata una donna sinodale, cioè ha camminato insieme. È facile camminare con quelli che ti scegli, è difficile con quelli che ti trovi. Luisa ha camminato insieme e gioiosamente con le persone che si è trovata davanti, le vedeva come un dono che il Signore le faceva».  Gli fa eco Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena nel video afferma: «lo stile missionario di Luisa, lo stare con la gente, è diventato lo stile missionario di tanti. Fare piccoli passi con la gente, senza necessariamente fare delle cose per loro.  È questo un grande insegnamento che ci lascia Luisa e lo lascia a tutta la chiesa».

Tutto il materiale è scaricabile qui

Introduzione al tema

Il 24 marzo 2023 ricorre la trentunesima Giornata dei Missionari Martiri. La celebrazione è collocata nel giorno dell’uccisione di Mons. Oscar Romero, avvenuta nel 1980, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più̀ poveri e dei lavoratori.  All’epoca dei fatti, la morte dell’Arcivescovo di San Salvador per mano di un sicario degli squadroni della morte agli ordini del governo non passò inosservata. Tra i contadini e gli operai, i quali sin da subito gli attribuirono l’appellativo di Santo de America, nacque un vero e proprio culto, immagine degli oppressi che si rialzavano contro l’oppressore: il proprio Paese, che fino a quel momento li aveva considerati scarti di una società̀ che necessitava di evolversi, ad imitazione del modello degli stati nordamericani, sfruttandone la forza lavoro, impiegando donne a bambini per sminare i campi, placando ogni rivolta aprendo il fuoco sulla folla.  Proprio in occasione del funerale, al quale partecipavano in migliaia chiedendo giustizia per il fratello, padre e guida assassinato, l’esercito mitragliò sui fedeli. Fu un massacro senza misura.

Negli anni a venire, numerose donne e uomini iniziarono a recarsi in pellegrinaggio sulla sua tomba e presto la storia e il nome di Oscar Romero si diffusero nel mondo, dando vita ad iniziative e reti di preghiera per gli ultimi e gli impoveriti. Nel 1992 l’allora Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, oggi Missio Giovani, propose alla Chiesa italiana la celebrazione di una Giornata che facesse memoria di quanti ogni anno perdono la vita durante il proprio servizio pastorale. I giovani scelsero come data il 24 marzo, affinché́ fosse chiaro che le sorelle e i fratelli uccisi, poiché́ fedeli al Vangelo fino all’ultimo istante, sono germogli di una fede nuova, rafforzata dall’impegno a prendersi cura di chi soffre o è schiacciato da sistemi ingiusti e scarsamente inclusivi.  Anche quest’anno, ci giungono notizie di tante, troppe sorelle e fratelli uccisi in missione. Ne faremo memoria durante le celebrazioni dedicate loro; vi invito però a ricordarli durante tutta la Quaresima: il loro sacrificio non passi inosservato, diventi piuttosto stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona Notizia tra gli ultimi della Terra, laddove il messaggio di speranza di Cristo è quanto mai urgente e necessario.  Non posso non ricordare con particolare attenzione suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica e la piccola sorella del Vangelo Luisa Dell’Orto, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti. Entrambe spendevano l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità̀ e soprusi. La loro testimonianza ci ricorda che persino in quei luoghi dimenticati da tutti e abbandonati alla sorte atroce della sopravvivenza, il Vangelo è più̀ vivo che mai e nutre la forza di andare avanti, nonostante tutto, di crescere e migliorare, di dare un futuro ai propri figli e dignità̀ a chi soffre la miseria.  Per questa edizione, abbiamo scelto di proporre la citazione “Di me sarete testimoni” (At 1,8), che ci ha già̀ accompagnati durante il mese missionario. Il calzante invito di Gesù̀, rivolto agli apostoli, risuona forte ancora oggi in chiunque scelga di raccoglierlo: è l’invito a farsi prossimi, ad imitare il Maestro nella vicinanza a chi sta al nostro fianco, a raggiungere coloro tanto distanti da sentirsi smarriti, ad abbattere i muri del pregiudizio, a soccorrere chi è nel bisogno.

In occasione del 24 marzo vi invito ad unirci nella preghiera per tutti i missionari, in particolare per coloro che hanno perso la vita e, se possibile, al digiuno, offrendo il sostitutivo di un pasto come contributo a sostegno del progetto in favore dei giovani di Haiti che desiderano riscattare la propria vita e costruire un domani migliore.

Giovanni Rocca
Segretario nazionale Missio Giovani