Il lavoro nelle villas miseria di Buenos Aires

Siamo nelle periferie di Buenos Aires, le “villas miseria”, gli sterminati agglomerati di povertà dove vivono milioni di persone. E’ qui che papa Francesco, quando era arcivescovo di Buenos Aires, ha profuso non poche energie istituendo  i “preti villeros” ovvero preti dedicati alle parrocchie in queste “villas”. Il programma pastorale prevede vicinanza, accoglienza, non giudizio, opere sociali. In questo programma fondamentali sono gli Hogar di Cristo, spazi nei quali i disperati arrivano e trovano conforto. L’obiettivo è ridurre la distanza tra i poveri e chi sbarca il lunario senza problemi;  l’obiettivo, per la chiesa di Buenos Aires e dei preti “villeros”, è dare a tutti le stesse opportunità; l’obiettivo è rimettere in piedi il povero, come diceva p. Carlos Mugica, ucciso nel 1974 durante la dittatura  per la sua troppa e imbarazzante vicinanza ai poveri. Lui, poi, che era di famiglia ricca…

Sr marcela Cravera lavora in uno di questi Hogar di Cristo: “Siamo qui nell’Hogar di Cristo Antonio Gill. Ci lavoro dal 2014. Da lunedì al venerdì lavoriamo dalle 10 alle 17, e poi la domenica la messa alle 18. Riceviamo sia i singoli che arrivano, sia le famiglie. E’ un lavoro complesso: il ragazzo arriva, facciamo una valutazione e stabiliamo un percorso di recupero umano, psicologico, famigliare dove è possibile. Questo è l’Hogar di Cristo: abbracciamo chi arriva e come arriva!: spesso  vengono dalla strada dopo giorni di incuria, spesso sono feriti. Li riceviamo, è Gesù che viene a noi, li serviamo, li abbracciamo, li accogliamo senza pregiudizio. Alcuni se ne vanno perché ricadono ma dopo tornano, perché sanno che questo è il luogo dove possono tornare. Il ragazzo quando comincia il recupero cambia la sua fisionomia, la forma di vestire, la voce… inizia a distinguersi. Ed è a questo punto che invitiamo i famigliari  ad incontrare il figlio. Da qui inizia il processo di riconciliazione: è una sfida molto ardua ma è il punto di svolta. I ragazzi che arrivano qui hanno perso  fiducia in se stessi e nel mondo. Ricostruire non è facile, soprattutto ci vuole molto tempo. Ed è un tempo pieno di insidie”.

Dom Gustavo Carrara, prete “villeros” è diventato uno dei vescovi ausiliari di Buenos Aires.

“Mi sono sempre occupato delle villas 1 e 14 nel barrio Flores. Qui la migrazione è fortissima, sia dall’interno dell’Argentina, sia da Bolivia e Paraguay.  E’ una popolazione giovane, la metà dei suoi 45 mila abitanti sono giovani e adolescenti: il 60% della popolazione ha meno di 25 anni!  Per me è  più facile incontrare Dio in questo luogo che in altri luoghi della città!  Qui Dio fa parte della vita concreta e la vita concreta ha a che vedere con Dio. Qui la fede si vive e si celebra a partire dalla religiosità popolare, che ha un immenso valore. La fede popolare si respira e si vive: cammino per la strada ed è normale che  un ragazzino o un adolescente mi  fermi e mi chieda la benedizione! In queste villas che formano la parrocchia abbiamo molte tradizioni religiose latinoamericane, e il giorno del patrono  è festa grande, tutti si fermano.  Abbiamo la Virgen de Copacabana, el senor de Bombori,  Santa Rosa de Lima, san Martin de Pores, la virgen de Caacupè… intorno a queste feste non solo si realizza la novena e la messa, la processione e la festa con balli tipici e cibo tipico. Per una settimana si respira la propria terra che non si è voluto lasciare facilmente. Il migrante non è il turista: il turista va, guarda, scatta la foto, sperimenta per gusto il cibo tipico.  Il migrante ha dovuto lasciare con dolore la propria terra cercando altrove un futuro migliore, lasciando affetti.

Questi quartieri sono iniziati con i cartoni della gente che arrivava all’improvviso, poi si è passati alle case di fango, con la mentalità di dire “dobbiamo andare avanti, ce la facciamo”. E sono arrivati alle case in mattoni, che si alzano di un piano all’anno per contenere la famiglia che nel frattempo si ricongiunge. Alle volte si pensa che la “villa” sia composta da gente che non vuole migliorare: è tutto il contrario!

La nostra idea educativa è quella di creare leader positivi tra i giovani, che trascinino il gruppo  e gestiscano vere e proprie proposte educative nella parrocchia. La catechesi in senso stretto, legata ai sacramenti  e all’annuncio diretto de vangelo la facciamo una volta a settimana, il resto è attenzione sociale e annuncio del vangelo attraverso la vita.  Noi facciamo proposte differenti, valorizzanti e liberanti per i ragazzi e i giovani. Proposte che riducono la distanza tra chi ha più possibilità e chi ne ha meno. E’ sempre troppo poco il tempo che dedichiamo a  loro.  La droga, le armi, l’invito a far parte delle bande giovanili  li  trovano h24  7 giorni su 7 in ogni angolo della “villa””.

Don Guillermo Pablo Torre

“Sono Guillermo Torres e sono parroco della parrocchia Cristo Obrero nella  villa 31 de Retiro qui a Buenos Aires. Sono qui da 19 anni vivendo vicino alla  gente con altri due sacerdoti,  condividendo con la gente la vita nella fede e lavorando insieme.  Il nostro barrio ha 45 mila abitanti e 6 cappelle. Perché la gente possa avvicinarsi  e condividere la vita comunitaria abbiamo in ogni cappella molte attività per i bambini e i ragazzi, l’oratorio,  la catechesi, il rinforzo scolastico primario e la scuola per adulti,  abbiamo gli Hogar di Cristo per recuperare chi ha problemi con la droga, abbiamo una casa per anziani abbandonati e un centro vocazionale. Tutte cose volute da papa Francesco quando era arcivescovo a Buenos Aires.  Da questa gente che lotta ogni giorno per vivere ho appreso molto: i  valori della solidarietà, della famiglia. Con questo popolo la mia vocazione è cresciuta.  Questa  è la parrocchia dove ha vissuto p. Carlo Mugica, assassinato negli anni ’70  per la sua vicinanza alla gente.  Noi continuiamo a dire che  la migliore tradizione che abbiamo ricevuto è quella di vivere in questi barrios come ci ha insegnato p. Mugica, ovvero condividere la  vita con la gente è la nostra maggiore ricchezza, e non cambierei per nulla al mondo. I poveri  sono i primi che dobbiamo cercare e accompagnare come chiesa, corpo a corpo, aiutandoli a camminare per farli sentire persone. P. Mugica lottava per rimettere in piedi le persone, per ridargli dignità, diritti. In queste villas c’è una grande religiosità: nella famiglia si insegna a vivere la fede, a pregare il rosario, a fare una preghiera per il vicino infermo.  E’ impressionante come la gente chieda il battesimo:  qui la gente crede nella salvezza.